Una storia di violenza e riscatto: Ambra Angiolini è protagonista di Oliva Denaro, monologo tratto dal romanzo di Viola Ardone, ispirato alla vicenda di Franca Viola. Nell’Italia degli anni Sessanta, una giovane donna infrange le regole patriarcali rifiutando il matrimonio riparatore e denunciando il colpevole, contribuendo all’emancipazione femminile.
Lo spettacolo
Lo spettacolo, con drammaturgia di Giorgio Gallione e Ambra Angiolini, scene di Guido Fiorato, luci di Marco Filibeck e musiche di Paolo Silvestri, è prodotto da GoldenArt Production e Agidi. Dopo il debutto di ieri sera al Teatro Comunale di Sassari, lo spettacolo sarà in scena da oggi al 9 marzo al Teatro Massimo di Cagliari per la Stagione 2024-2025 de La Grande Prosa del CeDAC Sardegna.
Oliva, giovane curiosa e ribelle, subisce violenza da un corteggiatore respinto ma rifiuta il matrimonio riparatore e affronta un difficile processo, rivendicando la propria dignità. La pièce trasfigura un episodio reale, riflettendo sulla condizione femminile e sulla lotta per i diritti. La storia di Oliva è simbolo di una rivoluzione culturale culminata nell’abrogazione della norma sul matrimonio riparatore nel 1981 e nel riconoscimento dello stupro come reato contro la persona solo nel 1996. Un’opera intensa che celebra il coraggio di una donna capace di cambiare la storia.
La parola all’interprete
Le parole di Ambra Angiolini: «Ho incontrato per la prima volta Oliva Denaro parecchio tempo fa, grazie al libro di Viola Ardone, che stava per essere pubblicato, conservo la copia unica che ho fatto solo recentemente firmare a Viola. Resto sempre quella che “non ci può credere” e non per falsa umiltà, ma per consapevolezza della precarietà: finché c’è, voglio godermi tutti e poter chiedere anche gli autografi (rido seriamente)» – rivela Ambra Angiolini, attrice, cantante, conduttrice e autrice del romanzo “InFame” –.«La voglia di far conoscere questa storia è nata subito: leggi una pagina e dentro ci trovi tanto di quel posto che si chiama “coraggio”, che non vedi l’ora di prenderci la residenza».
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